If Only I Had My Mind On Something Else
I.O.I.O.
Then You Left Me
The Lord
I Was The Child
I Lay Down And Die
Sweetheart
Bury Me Down By The River
My Thing
The Chance Of Love
Turning Tide
Don't Forget To Remember
Un pò come ai giorni nostri i fratelli Gallagher (Oasis), i fratelli Gibb ,
nell'apice del loro primo momento di grande popolarità e
successo commerciale bisticciavano rumorosamente, dando luogo a gossip,
crisi, scioglimenti e ritorni all'ovile. "Cucumber Castle" esce in un brutto momento per la musica pop (si era infatti nel 1970, i Beatles si stanno dividendo).
A dire il vero, alcuni maligni, che da sempre hanno (spesso in malafede) accusato i Bee Gees di essere degli imitatori dei "fab four", trovano analogie fra lo scioglimento dei Beatles e il momentaneo break-up dei fratellini Gibb.
Ma sbaglieranno clamorosamente. In primis fu solo l'estroso Robin ad andarsene sbattendo il portone dorato, infatti in realtà Bee Gees non si sono mai sciolti.
Inoltre il tempo, vero galantuomo, ha dimostrato che la carriera dei Gibb era davvero solo agli inizi, se consideriamo che oggi, nel 2001 (31 anni dopo!) l'ultimo lavoro in studio dei Bee Gees, l'ottimo "This is where I came in", ha debuttato addirittura al numero 7
nella classifica di vendita aggregata mondiale della prestigiosa CNN. Tornando al disco in oggetto, i due fratelli superstiti Barry e Maurice si divertono a fare un pò il verso agli Everly Brothers,
come loro stessi ebbero in seguito modo di ammettere scherzosamente. Infatti, oltre ad essere un duo come i citati Everly, in questo lavoro si sprecano le atmosfere delicatamente soft e le melodie ridontanti di arrangiamenti orchestrali con abbondante uso di pianoforte ed archi. L'album contiene il grande successo "Don't forget to remember", la risposta dei Bee Gees al clamoroso exploit solista di Robin "Saved by the Bell", che raggiunse la seconda posizione della chart inglese. Da ricordare anche "Sweetheart", portata al successo qualche tempo dopo da Engelbert Humperdinck , clone di Dean Martin ed ispiratore di Julio Iglesias. Nell'album si segnalano anche la sperimentazione afro di "I.O.I.O" (buon successo in Italia) e la evocativa "I was the child", mentre una menzione particolare spetta a "My thing", molto vicina ad alcune sonorità di Simon & Gartfunkel. Un album molto delicato ed abbastanza diverso dagli altri, che poteva essere l'ultimo in assoluto per i Bee Gees.