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"Amo vivere nell'amore. Non vivo nella negatività. Non penso la negatività. Non perseguo nulla che sia negativo. Neppure faccio domande che siano negative..." (Maurice Gibb)


\\ Home Page : Storico : N.D.R. (Note Del redattore) (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
(di Enzo , 08/04/2012 @ 11:32:39, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 3692 volte)
Giungono notizie allarmanti sulla salute di Robin Gibb. Si invita la comunità italiana dei fan dei Bee Gees a rivolgere una preghiera ed un pensiero per la salute del grande artista, che insieme ai suoi fratelli ha regalato al mondo tantissime emozioni. Enzo Lo Piccolo
 
Mythology Box set In our own time - DVD

La coincidenza è davvero di quelle che è impossibile da non notare...

Oggi, 15 novembre 2010, dodicesimo compleanno di Bee Gees Italy, il sito italiano dedicato alla musica ed alla storia dei fratelli Gibb, inizia la distribuizione in Europa di due prodotti firmati Bee Gees, il cofanetto "Mythology" ed il DVD "In our own time".

Come già detto in precedenza, "Mythology" (la cui pubblicazione è stata posticipata di oltre un anno, essendo originariamente prevista per novembre 2009), è un cofanetto composto da 4 CD, ognuno dei quali è dedicato ad un Gibb (Barry, Robin, Maurice ed Andy).

"In our own time" è un DVD che ripercorre tutta la storia dei fratelli Gibb, e comprende un'intervista inedita a Maurice Gibb, realizzata pochissimo tempo prima della scomparsa, nel 2003. Il DVD comprende anche un'intervista inedita di Barry e Robin, che parlano anche di Andy e della sua tormentata vita e carriera.


"Mythology" and "In our own time" out today, on Bee Gees Italy 12th birthday...

It is quite impossible not to notice the coincidence...

Today, November 15, 2010, twelfth birthday of Bee Gees Italy, the Italian site dedicated to the music and the history of the brothers Gibb, in Europe two Bee Gees brand new items are released, the box "Mythology" and the DVD "In our own time ".

As mentioned earlier, "Mythology" (whose publication was delayed for over a year, as originally planned for November 2009), is a box set consisting of four CDs, each of which is dedicated to a Gibb (Barry, Robin, Maurice and Andy).

"In our own time" is a DVD that traces the history of the Brothers Gibb, and includes a previously unpublished interview with Maurice Gibb, made a short time before his death in 2003. The DVD also includes an unreleased interview with Barry and Robin, who speak of Andy and his troubled life and career.

 
(di Enzo , 25/10/2010 @ 01:13:13, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 3970 volte)

rob_Ams_rec_blog1 Quando, con qualche minuto di ritardo la band di Robin Gibb inizia a suonare intonando una intro molto accattivante (che scopriremo si tratta di "Chain reaction", il successo che i Gibb scrissero per Diana Ross), ho subito la sensazione che stasera si vedrà un gran bel concerto al Black Box, la sala più grande dell'Heineken Music Hall di Amsterdam.

La sala (che contiene circa 5.000 posti a sedere) è quasi tutta piena, io mi trovo in prima fila, in una posizione devo ammettere abbastanza invidiabile, sia dal punto di vista dell'acustica che, indiscutibilmente, per vedere (e fotografare) Robin e la sua band. Robin entra qualche attimo dopo e la intro di cui si parlava si trasforma in "You win again", la prima canzone del concerto.

L'entusiasmo del pubblico è ovviamente alle stelle. Io mi trovo accanto (certo che la coincidenza è incredibile) giusto ad un fan italiano conosciuto su Facebook, con il quale, pur non avendolo ancora fisicamente incontrato, mi sono messaggiato fino a pochi istanti prima dell'inizio. Dall'altro lato c'è una simpatica fan olandese con il suo gruppo di amici. Poco prima del concerto ho avuto il piacere di incontrare tanti fan olandesi e tedeschi con i quali sono in contatto da tanti anni. L'atmosfera è di puro entusiasmo, e noto con immenso piacere che l'audience è anagraficamente abbastanza "variegata", in quanto sono presenti tanti ragazzi molto più giovani del vostro "attempato" redattore.

Già dall'intro e da "You win again" capisco che il concerto di stasera non somiglierà all'ultimo al quale ho assistito nel settembre del 2004. Infatti non c'è l'orchestra ed i suoni della band e dei coristi sono questa volta splendidamente puliti, asciutti e ben bilanciati con la voce di Robin. Inoltre si nota subito la piacevole natura rockeggiante, essenziale ma per nulla povera degli arrangiamenti e la bravura dei componenti della band: insomma ci sono tutti gli ingredienti per una bellissima serata di grande musica firmata dai fratelli Gibb.

Innegabile comunque, va detto subito a scanso di equivoci, non pensare all'assenza di Barry, visto peraltro che tutti sappiamo benissimo che la stragrande maggioranza della playlist dello show sarà rappresentata dai grandi successi dai Bee Gees (è scritto pure sul biglietto: "An evening with the Bee Gees greatest hits"). Impossibile pertanto negare che la magia della serata potrebbe essere completa soltanto con tutti e tre i Gibb.

Ciò premesso, ci accorgeremo ben presto che l'ottimo Robin ci darà tantissime emozioni, perchè la sua voce è potente e bella come nei tempi migliori, e gli arrangiamenti delle canzoni le rendono splendidamente compatibili con le sue caratteristiche vocali. La cosa non era del tutto riuscito durante il Magnet tour del 2004, sebbene, come anche riportato da altri fan che (a differenza di chi vi scrive) videro più concerti, anche in quell'occasione, dopo un inizio del tour quasi negativo, con il passare dei concerti si andò tantissimo a migliorare. Personalmente ricordo di avere assistito, durante il concerto di Monaco a molti (quasi tutti a dire il vero) esempi di buona musica.

Inoltre si nota subito un'altra grande differenza rispetto a Monaco: Robin è di ottimo umore, scherza tra una canzone e l'altra, sorride e mostra una serenità sicuramente non messa in mostra nel concerto bavarese del settembre 2004. Avevo peraltro già piacevolmente osservato questo benessere nel corso dell'incontro pomeridiano con il Nostro, ed adesso questa sensazione diventa una certezza, che si rivelerà un altro ingrediente di successo della serata olandese.

Dopo il buon inizio di "You win again", accolta trionfalmente dal pubblico che è già caldissimo, si passa a "More than a woman", che Robin introduce definendola "una canzone da -quel- film". Chi come me è in prima fila riesce a distinguere chiaramente un sorriso (a metà tra il sarcastico e l'ironico) di Robin, e non sarà il solo, visto che accompagnerà tutte le presentazioni dei pezzi tratti da "Saturday Night Fever". Detto questo, anche grazie a quanto già detto su arrangiamenti, band e coristi, la versione proposta da Robin non è niente male, anzi!

Si passa ora ad un classico, "I started a Joke", che toglie ogni briciola di dubbio sull'ottimo stato della voce di Robin: ottima esecuzione, assolutamente in linea con quelle dei tempi migliori. Ed è la prima, meritatissima e lunga, standing ovation!

Ed ecco ora "Emotion", con i cori che ripropongono le atmosfere originali della versione portata al vertice delle classifiche da Samantha Sang. La versione di stasera è comunque ottima, niente a che vedere con alcune incertezze e sbavature notate a Monaco (forse dovute anche all'arrangiamento con l'orchestra).

Si passa ora ad "If I can't have you", che, proprio per trovare un pelo nell'uovo, è forse la canzone che provoca qualche difficoltà, specialmente perchè l'arrangiamento (molto rock), tende ad allontanare dai ricordi dei Tavares ed anche della versione dei Gibb stessi.

Ed ecco "Saved by the bell", seconda inevitabile standing ovation: impeccabile e grande resa vocale di Robin, con un arrangiamento piacevolmente essenziale.

"How deep is your love" inevitabilmente risente dei milioni di ascolti riferibili alla voce di Barry, ma Robin la propone con molto trasporto, accompagnato da una buona performance dei coristi.

La canzone che viene dopo era una delle più attese da chi vi scrive. Si tratta della bella "Alan Freeman days", l'unica canzone proposta da Robin tra quelle che dovrebbero fare parte del suo futuro (?) nuovo album solista. E' una grande performance vocale, uno dei momenti più ricchi di emozione della serata. Ripetitivo ma necessario l'elogio di band ed arrangiamenti.

Dopo l'ottima accoglienza da parte del pubblico per l'unico inedito, Robin presenta una canzone che definisce "molto attuale, visti i recenti avvenimenti". Si tratta di "New york mining disaster 1941", ed è chiaro il riferimento alla recente vicenda dei minatori cileni, intrappolati (per fortuna con un lieto fine) all'interno della loro miniera. Versione ovviamente ottima, vista la quasi naturale adattabilità della canzone alla voce ed ai tempi di Robin. Da notare che a Monaco (e la cosa non fu affatto spiacevole) "NYMD 1941" fu proposta con un arrangiamento "midtempo", ricco di chitarre e batteria. La versione di stasera è invece assolutamente in linea con quelle da sempre proposte durante i concerti dei Bee Gees.

Mentre si inizia a notare un crescente entusiasmo da parte del pubblico, con crescente assembramento sotto il palco che la security (forse sorpresa dal calore del pubblico) non riesce ad arginare, giunge il momento di "Heartbreaker", ed è uno dei migliori momenti del concerto, anche se con la canzone che segue (l'ottima "Massachussetts") è ancora standing ovation. La cosa si ripete subito dopo con "Gotta get a message to you". Adesso (senza retorica) è davvero un susseguirsi di emozioni, visto che Robin le canta davvero perfettamente. Ormai siamo tutti insieme e meno che meno si pensa a sedersi quando arriva "Night fever", con un arrangiamento coinvolgente anche se molto meno "disco" di quanto si aspetterebbero i die hard del periodo "helium" dei Gibb.

rob_Ams_rec_blog2 Arriva "Too much heaven", performance lievemente meno brillante ma sempre di ottimo livello, seguita da una grande e credibile versione di "To love somebody", che viene accolta da un lungo applauso.

Molti fan sono ormai proprio sotto il palco e stringono le mani a Robin, che apprezza e non rifiuta il contatto fisico, sotto l'occhio preoccupato dei tizi della security, che devono completamente soccombere dopo l'entusiastica reazione riservata ad "Islands in the stream", proposta da Robin & band in una versione molto simile a quella proposta dai Bee Gees nei concerti di fine anni 80 ed in seguito in quelli degli anni 90. E' uno dei picchi della serata, l'atmosfera è gioiosa, pure quando inizia una delle più tipiche canzoni usualmente cantate da Barry, "Words", della quale Robin propone un'altrettanto credibile ed emozionante versione.

Il pubblico apprezza tantissimo e nel frattempo si passa a "Woman in love" (proposta per ovvi motivi di "opportunità" con un'obbligatoria variazione di testo."- you are - a woman in love".), che sebbene è cantata abbastanza bene da Robin, peraltro con un sostanzioso accompagnamento "sing-along" del pubblico, risente (e non può essere diversamente) della potentissima associazione con la Streisand. Ma tutto passa quando si sentono le primissime note di "Juliet", cavallo di battaglia di Robin e da sempre momento di grande entusiasmo. Il pubblico regala a Robin un lunghissimo applauso e continua ad intonare il coro da stadio che caratterizza "Juliet", sperando in una reprise che tuttavia Robin e la band non concedono.

Tuttavia, nell'entusiasmo generale, si passa ad una rockettara "You should be dancing", uno dei momenti più particolari del concerto. A mio avviso la versione ascoltata, sebbene perda una parte del sapore disco della versione originale, si adatta molto di più a Robin, che infatti è assolutamente a suo agio. Ottima.

E qui il buon Robin (ovviamente pro-forma) ringrazia il pubblico di Amsterdam ed il pubblico "proveniente da qualsiasi altra parte" (ricordandosi forse della cosmopolita rappresentanza di fan provenienti da quattro diversi angoli del mondo che aveva incontrato soltanto due ore prima.)

E quindi siamo ai canonici bis. Nella bolgia più assoluta sotto il palco e un pò dappertutto nella hall, Robin inizia con "Jive talkin'" , e , dopo l'ennesimo contatto "sotto palco" prosegue con l'inevitabile "Stayin'alive". Per entrambe le canzoni valgono le considerazioni (positive) fatte per "You should be dancing".

L'ultima canzone dello splendido concerto è "Tragedy", ventitreesima canzone che, dopo quasi due ore, conclude degnamente l'esibizione di Robin, che onestamente non sembra a nove settimane di distanza da un intervento chirurgico "salva vita".

Nonostante le speranze di una parte del pubblico che lo vorrebbe di nuovo sul palco, stavolta è proprio finita. E' stata una bella serata, e ci siamo accorti tutti che le doti canore di Robin sono ancora intatte. Ci siamo accorti (credo che molti di noi tra il pubblico non ne avevamo bisogno) che il nostro amore per la musica dei Gibb non è dimunuito dopo tanti anni e tantissimi, indelebili ricordi.

Cedo alla retorica per definire l'emozione e l'entusiasmo coinvolgente che ho percepito all'Heineken music hall di Amsterdam una ennesima testimonianza della longevità e della unicità delle atmosfere magiche che le composizioni dei fratelli Gibb riescono ad offrire (per esempio nel mio caso) dopo oltre 35 anni di ascolti. Davvero mi auguro di rivivere ancora questi momenti, magari avendo la fortuna di ascoltare anche la voce di Barry Gibb.

Altre foto del concerto di Robin Gibb ad Amsterdam

 
(di Enzo , 24/10/2010 @ 23:34:23, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 3412 volte)

Amsterdam, 22 ottobre 2010.

Mentre mi sto recando per incontrare Robin Gibb, lo intravedo nella splendida terrazza di un prestigioso albergo della capitale olandese.Robin Gibb ed Enzo Lo Piccolo, Amsterdam, 22 ottobre 2010

E’ pomeriggio inoltrato, fa quasi freddo, e lui è li, comodamente seduto a parlare con un anziano signore mentre un cameramen li riprende.

Lo guardo e nel frattempo rifletto sul fatto che è la quarta volta che avrò la fortuna di incontrarlo.

La prima volta fu a Londra, nel marzo del 2001, in occasione dell’esibizione dal vivo dei Bee Gees, che fu registrata per uno special BBC (Top of the Pops). In quell’occasione fu gentile, ma si percepiva in lui anche una chiara tensione. La seconda volta a New York, al Manhattan Center, un mese dopo, nell’aprile del 2001, ad un “meet and greet” che si svolse poco prima del concerto dei Bee Gees che fu immortalato nel DVD “Live by Request”. Robin era allegro e ciarliero, come del resto Barry e Maurice. La terza volta fu in Germania, a Monaco, nel settembre del 2004, prima del concerto in cui si esibì con la Neue Philharmonie Frankfurt Orchestra. Mi sembrò un pò a disagio, gentile come al solito ma sicuramente pensieroso.

Oggi pomeriggio ha un’aria serena, rilassata, sembra di ottimo umore. Non ha sicuramente l’aria di chi ha subito un serio intervento chirurgico soltanto nove settimane prima. Attendo il termine di questo suo incontro con ovvia trepidazione. Ci dicono che la cosa riguarda le attività di Robin a supporto del Bomber Command Memorial. Siamo seduti attorno ad un tavolino nella bellissima hall dell’albergo, non siamo molti: con me ci sono una fan che viene dagli USA, un’altra che viene dal Giappone ed una fan tedesca. L’atmosfera è molto calma, e finalmente il buon Robin saluta con molto affetto il suo interlocutore e si avvicina sorridente al nostro tavolo. Non pretendo che si ricordi il mio viso, ma sono già soddisfatto soltanto di notare che mi guarda con l’aria interrogativa porgendomi le due mani per salutarmi, e quando gli dico chi sono e da dove vengo mi bisbiglia qualcosa del tipo “ah si, mi pare di ricordare…” [ magari non è vero ma mi piace crederlo : - ) ]

Enzo Lo Piccolo e Robin Gibb ad Amsterdam, 22 ottobre 2010 Ci sediamo e lui inizia a parlarci. Non ci da il tempo di chiedergli come sta, ma è evidente che sta bene. E’ molto allegro, ha la battuta pronta, ridiamo più volte. Scherza su tutto, anche sul suo intervento chirurgico. “Magari non ci credete, ma io sto meglio di prima. Non ho nessun disturbo, non sto facendo nessuna cura e mi sento in perfetta forma. Pertanto consiglio a tutti di farsi operare…” Ridiamo, ma poi la sua espressione si fa seria quando ci racconta che gli fu detto chiaramente che era potenzialmente ad un’ora dalla morte, e non si riesce a dare pace. “Incredibile. Io avevo soltanto dei crampi allo stomaco. Quando voi avete crampi allo stomaco andate all’ospedale?…Comunque è andata così e per fortuna adesso sono qua con voi!”.

Poi gli fanno alcune domande sulle sue attività, ci dice che lunedì partirà per l’Australia e che è ovviamente molto contento di fare le date australiane ed in Nuova Zelanda. Resisto alla tentazione (ed anche gli altri lo fanno) di proporre la solita domanda sulle possibilità di una ripresa delle attività con Barry, anche perchè prima dell’incontro ci avevano chiesto di non essere troppo pressanti con le nostre richieste di informazioni e dettagli, stante che la situazione professionale di Robin, specialmente dopo le sue recenti vicissitudini di salute, è in fase di riconsiderazione. Tuttavia la cosa viene fuori, perchè parlando di attività di beneficienza, lui ci parla di “Too much heaven”. Si accalora. “Abbiamo interamente donato i proventi di questa canzone all’Unicef. Chiunque ne faccia una cover contribuisce alla raccolta dei fondi. Attualmente abbiamo raccolto 26 milioni di dollari. E lo abbiamo fatto molto prima di Sir Bob Geldof! Io e Paul Mc Cartney abbiamo inciso insieme una versione di “Too much heaven”. Si tratta di un duetto che doveva essere pubblicato già due anni fa”. Visto che si ferma, gli domando se verrà mai pubblicato, ed ecco che finalmente si parla di Barry. “Mi sono fermato perchè Barry voleva essere parte di quel progetto”. (N.D.R.: si trattava dell’album di tributo a Maurice, che includeva cover version di grandi successi dei Gibb proposte da star di livello assoluto). Continua con l’aria un pò pensierosa e mi dice: “Comunque io credo che prima o poi questo ed altri progetti saranno realizzati”. Con i fratelli Gibb, (chi li segue lo sa molto bene, purtroppo), spesso 2+2 non fa 4, ma dalla sua risposta mi convinco che ancora oggi il buon Robin spera ancora di lavorare con Barry.

Evitiamo qualsiasi domanda sul suo album solista (“50 St Catherine's Drive") di cui si parla da quasi due anni, e che è stato messo in stand-by in vista della ripresa delle attività con Barry. Tuttavia prima dell’incontro ci era stato detto che sono state incise ben sedici canzoni, tutte scritte da Robin, delle quali più della metà con il produttore Peter Vettese. Meno che meno gli chiediamo del presunto film con Spielberg e del progetto sul requiem del Titanic, anche se qualcosa lui ci accenna, dicendo che continuerà a lavorarci dopo le date australiane.

Poi Robin riprende il discorso sulle cover. “La cosa importante è che quando le ascolto devo potere dire: è la mia canzone. Ecco perchè vogliamo che ci sia chiesto il permesso di inciderle. Sono contento quando un artista, anche giovane, decide di incidere una mia canzone, ma non la deve stravolgere. Per esempio mi è piaciuta “Ghetto Superstar”. (N.D.R. : la versione rap di “Islands in the stream”).

Il discorso scivola poi inevitabilmente sui diritti d’autore. Si vede la passione e la forza con cui svolge la sua attività di presidente dell’associazione di autori CISAC (International Confederation of Societies of Authors and Composers). “I compositori del Regno Unito hanno una delle più basse percentuali di royalties in Europa, molto inferiori a quelle di artisti di altri paesi europei”. Si ferma, mi guarda e mi bisbiglia sorridendo: “Ad esempio di quelli italiani…”. “Se poi consideriamo tutti i downoads irregolari, capiamo quanto è importante la battaglia per difendere i diritti d’autore. Non è legale non pagare gli autori”.

rob_enzo_ams_3fb Dopo la graditissima pausa per le foto di rito, ci fanno segno che Robin deve andarsi a riposare un pò prima del concerto, ma lui sembra non volersene andare. Si siede nuovamente con noi per firmare autografi e la conversazione continua. Decido in maniera inconsulta di mettermi la faccia tosta e, appoggiando la mano sulla sua spalla gli chiedo: “Robin, ma quando vieni a suonare in Italia? I fan italiani ti aspettano. L’Italia ama i Bee Gees!” Mi guarda aprendosi in un ampio sorriso e mi dice. “L’Italia è uno dei paesi che mi piace di più in assoluto. Davvero…” Sembra glissare mentre firma gli autografi ma io insisto, visto che peraltro gli avevo ricordato la mia provenienza siciliana. “Dai, vieni a suonare in Sicilia!”. Mi guarda e sorride. “La Sicilia. Si. Sono stato a Messina. Mi è piaciuta tantissimo.” Non si sbilancia, ma farfuglia qualcosa di simile ad un “vedremo”.

E’ arrivato il tempo di salutarsi, ci dice in un francese stentato. “Au revoir”. Io gli dico “E’ meglio Arrivederci”. Ride, lo ringraziamo e se ne sta per andare, ma mentre è già quasi lontano si ferma, si gira e mi dice ridendo: “Mi piace il cibo italiano”. Io rido e gli dico: “Appunto! Vieni a suonare in Italia…” Mi fa un cenno con la mano ed è già lontano quando lo sento dire ad alta voce, sempre rivolto verso di noi: (in uno stentatissimo italiano ) Arrivederci…Buona sera…Signori…”

 

La copertina di Live at the GewandhausRegistrato dal vivo in Germania (Lipsia) nel marzo 2008, questo ottimo doppio album dei Tree Gees, tribute band italiana dei Bee Gees, si caratterizza per un elevatissimo livello qualitativo globale. Partendo dalla musica (elemento ovviamente fondamentale) si arriva al package del cd, di ottima fattura, degno di un prodotto realizzato dalle major internazionali. 
La registrazione del concerto ed le opere di post-produzione (remix e remastering) sono effettuate in maniera davvero egregia e la cosa è percepibile sin dal primo ascolto. “Live at the Gewandhaus” è un tributo genuino, rispettoso e direi affettuoso alla musica dei fratelli Gibb.
Nel concerto, che ripercorre l’intera storia musicale dei Gibb, sono presenti anche alcuni momenti dedicati ad Andy Gibb (“Shadow Dancing”) ed alle produzioni dei Gibb per altri artisti (“Guilty” ed “Immortality”).
Non bisogna neanche essere un grandissimo conoscitore dei Bee Gees, tuttavia, per comprendere che “Live at the Gewandhaus” si ispira in maniera compiuta a quello che è probabilmente il migliore album dal vivo dei Bee Gees, il mitico “Here…at last…Bee Gees Live” del 1977. Si ritrova in questo tributo dei Tree Gees parte del feeling  e della fresca energia di quell’album, che ovviamente è molto più vibrante rispetto al compassato (ma altrettanto importante) “One night only” (1997), che è comunque l’album dal vivo dei Bee Gees più venduto, con i suoi quasi sei milioni di copie in tutto il mondo.
I Tree Gees (Alex Sammarini – voce solista e chitarra, Paolo Amati – Basso e cori, Franz Bancalari – Tastiera e cori e l’ottimo Ezio Zaccagnini alla batteria) coadiuvati dalla cantante tedesca Xenia Lane in “Guilty” ed “Immortality”, interpretano in maniera egregia i classici dei Gibb, e si nota con piacere un accurato studio vocale posto in essere per riprodurre nella maniera più fedele possibile alcune peculiarità del falsetto e delle voci naturali sia di Barry che di Robin Gibb.
"Live" merita un voto elevato anche  sotto il profilo non strettamente vocale, quindi per quanto riguarda il team strumentale e gli arrangiamenti. Molto facile da comprendere, quando si pensa che i Tree Gees sono quattro esperti musicisti, noti sulla scena musicale nazionale per avere suonato con artisti del calibro di Gianni Morandi, Massimo Ranieri , Giorgia o Ron, solo per citare quelli che vengono prima in mente.
Davvero solo per trovare il pelo nell’uovo si può affettuosamente criticare l’eccesso di perfezione di alcune post-produzioni (fra tutte come esempio la intro di “You win again”), che sebbene sono sempre lodevoli tentativi di ricreare al massimo le sonorità originali dei Bee Gees, finiscono forse per togliere un parte di spontaneità. Ma tutto sommato ci può stare…
Come detto sopra il package del cd (con tanto di poster ripiegabile dei Tree Gees all’interno) è di altissimo livello ed una nota particolare di apprezzamento è riservata a Milvia Vincenzini (suo il design anche del gradevolissimo sito dei Tree Gees) ed alla sua splendida cover art, caratterizzata da un uso accattivante di fotografie della band, sapientemente intervallate da varie altre foto e disegni.      
In conclusione credo “Live at the Gewandhaus” faccia doppiamente fatto centro, perchè ascoltandolo, oltre a sperare che Barry e Robin Gibb (e/o il loro management e/o la loro casa discografica) possano regalarci altre preziose ed inedite briciole della loro arte compositiva e/o canora,  viene anche la voglia (nel frattempo) di andare a vedere un bel concerto dei Tree Gees!  

Enzo Lo Piccolo
www.beegees.it

 
(di Enzo , 12/01/2010 @ 09:34:42, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 2013 volte)

12 gennaio 2003: Maurice Gibb muore a Miami.

Vedi "Man in the middle" - In memoria di Maurice Gibb":
http://www.beegees.it/main/mo.asp

ed i tributi della sezione del forum di Bee Gees Italy dedicata a Maurice:
http://www.beegees.it/forum/viewtopic.php?t=990

 
(di Enzo , 15/11/2009 @ 18:24:04, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 1772 volte)

Sono passati 11 anni dal 15 novembre 1998, quando "Bee Gees Italy", il sito italiano dei Bee Gees, esordiva nel web.

Un grande ringraziamento va ai tantissimi visitatori che continuano ad apprezzare questo sito!


Bee Gees Italy is 11 today

11 years ago (15 november 1998), the Italian Bee Gees website ("Bee Gees Italy") entered the internet.

Many thanks to all the visitors that appreciate this website!

 
(di Enzo , 23/01/2009 @ 23:59:48, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 2150 volte)

bgs_7684 Il 28 dicembre su Facebook (il famoso social network che conta circa 132 milioni di iscritti) è stato creato da chi vi scrive il gruppo "Fan Italiani dei Bee Gees".

L'obiettivo di questo gruppo è ovviamente di incrementare le possibilità di comunicazione fra i fan italiani dei Gibb, sperando di ritrovare anche tutti o molti dei  tantissimi amici che in questi 10 anni hanno frequentato (e frequentano) Bee Gees Italy e la relativa community interattiva (Forum, Chat,sondaggi, guestbook, etc).

Pertanto arrivederci (anche) su Facebook!

 
(di Enzo , 12/01/2009 @ 01:24:27, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 1924 volte)

12 gennaio 2003: Maurice Gibb muore a Miami.

Vedi: http://www.beegees.it/main/mo.asp

ed i tributi della sezione del forum dedicata a Maurice: http://www.beegees.it/forum/viewtopic.php?p=5746

 
(di Enzo , 15/11/2008 @ 10:38:17, in N.D.R. (Note Del redattore), linkato 1850 volte)
"Bee Gees Italy", il primo sito italiano dedicato alla musica dei fratelli Gibb, compie oggi, 15 novembre 2008, 10 anni.
Nel lontano (almeno per quanto riguarda il mondo del web) 15 novembre del 1998 questo sito debuttava su internet in un contesto completamente diverso da quello attuale.
A quei tempi la diffusione di internet era (almeno in Italia) ben lontana da quella attuale, e anche gli strumenti di creazione e pubblicazione di contenuti erano molto più limitati e meno semplici da utilizzare. Detenere un dominio web su un hosting a pagamento era un'impresa oggettivamente difficile ed onerosa., quindi le prime versioni di "Bee Gees Italy" furono ospitate su uno spazio web gratuito. Per chi volesse ripercorrere una parte della storia di Bee Gees Italy (sul dominio beegees.it), si segnala l'interessante "web archive": http://web.archive.org/web/*/http://www.beegees.it
In questi 10 anni il web è profondamente cambiato (e non poteva essere diversamente, vista la sua ampia diffusione), ed oggi viviamo una dimensione sicuramente più interattiva, che consente a chiunque di aprire un sito, un blog, un forum o simili. Ciò non sempre è positivo: come ogni cosa,  anche internet, quando se ne fa un uso non appropriato, può perdere di efficacia o,  al peggio, può diventare un’arma impropria (ricettacolo di idiozia, maleducazione, inutilità, etc)
Sono stati 10 anni pieni di emozioni, alcune esaltanti (la possibilità di offrire un luogo comune d’incontro ai fan italiani ed esteri dei Bee Gees, la concreta opportunità di conoscere tanti di loro, le soddisfazioni scaturenti dai riscontri positivi di tanti visitatori del sito), altre un po’ meno (tra tutte spicca senz’altro avere “vissuto” la morte di Maurice Gibb e, di fatto (anche se tutti speriamo di no), la fine dei Bee Gees.
Importante è stato continuare a crederci, continuare a pensare che i fratelli Gibb meritano un giusto tributo, per il loro immenso contributo alla musica pop degli ultimi 40 anni e per la serie infinita di emozioni che con i loro lavori hanno dato a milioni di persone in tutto il mondo.
Importante è continuare ad essere presenti on-line, per tutti coloro che hanno apprezzato, apprezzano ed apprezzeranno la musica dei Gibb ed anche per chi vuole cambiare idea o semplicemente conoscere il loro sconfinato e prestigioso catalogo musicale.
Una speciale menzione in questo momento prezioso va davvero a tutti i visitatori di "Bee Gees Italy," che, oltre a fornire importanti contributi e feedback,  continuano da 10 anni a tenere www.beegees.it ai posti più alti dei ranking dei più importanti motori di ricerca, tipo Google o Yahoo:

http://www.google.com/Top/Arts/Music/Bands_and_Artists/B/Bee_Gees/Fan_Pages/?il=1 oppure
http://dir.yahoo.com/Entertainment/Music/Artists/By_Genre/Rock_and_Pop/Disco/Bee_Gees__The/
Grazie a tutti voi!
Enzo Lo Piccolo
www.beegees.it
 
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