"Bee Ges First"
   Polydor Records, 1967

Bee Gees First


Turn Of The Century
Holiday
Red Chair, Fade Away
One Minute Woman
In My Own Time
Every Christian Lion-Hearted Man Will Show You
Craise Finton Kirk Royal Academy Of Arts
New York Mining Disaster 1941
Cucumber Castle
To Love Somebody
I Close My Eyes
I Can't See Nobody
Please Read Me
Close Another Door



Recentemente la nota rockstar Elvis Costello ha incluso questo album tra i cento dischi che ogni vera rockstar deve avere nella sua collezione. L’affermazione di Costello e’ in realta’ l’ultima di una lunga serie di apprezzamenti ricevuti unanimemente per questo album da critica e pubblico. Questo lavoro e’ in effetti quello che molti critici (anche i non piu’ teneri) hanno definito la vera summa delle capacita’ compositive ed interpretative dei fratelli Gibb. Di ritorno dall’Australia, dove avevano in precedenza pubblicato due albums ed alcuni singoli (tra cui il celebre “Spicks and Specks, il loro primo numero uno in Australia) i Bee Gees (nella formazione a cinque con Barry, Robin e Maurice Gibb, il batterista Colin Petersen e il chitarrista Vince Melouney) pubblicarono questo album, intitolandolo appunto “First”, come a volere significare il vero inizio della loro carriera “ufficiale”. Il disco, il primo dei Bee Gees in stereo, fu preceduto dalla pubblicazione del singolo di grande successo “New York mining disaster 1941” (di recente ripresa dal gruppo inglese molto popolare nella scena “anarchist”, i Chumbawamba ), presenta una rilevante novita’ rispetto ai lavori australiani dei Bee Gees: l’inizio della presenza dei gemelli Robin e Maurice nella fase della composizione di testi e musica. Tutte le canzoni dei Gibb, dal 1962 ad oggi, sono scritte dai fratelli Gibb, da soli o in compartecipazione, ma “First” (e si sente, per chi conosce gli esordi australiani) e’ il frutto delle idee dei tre fratelli al completo, in momenti compositivi indimenticabili come la gia’ citata “New York mining…” e la splendida “To love somebody” (scritta per Otis Redding, ma dallo stesso mai interpretata a causa della sua morte nello stesso 1967) della quale si calcola esistano almeno 200 cover versions (ricordiamo la struggente e sofferta cover di Janis Joplin, versione non particolatmente amata dai fans dei Bee Gees). Ma una citazione meritano le ottime “I can see nobody” e “Please read me”, delle quali la grande Nina Simone realizzo’ due indimenticabili versioni. Inoltre le buone “Holiday” e “One minute woman” e gli echi beatlesiani di “Turn of the century” e “Cucumber Castle”.


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